Condegno di paternità
Il congedo di paternità è disponibile al verificarsi di determinate circostanze che riguardano la madre del bambino, sia che quest’ultima abbia o meno un lavoro. Esiste il diritto al congedo di paternità:
- in caso di morte o di grave menomazione della madre. La morte della madre deve risultare dalla dichiarazione di responsabilità nella domanda telematica. I certificati medici che dimostrano la grave menomazione devono essere consegnati all'Ufficio Sanitario INPS in una busta sigillata, presentati allo sportello o inviati per posta con lettera raccomandata;
- se il bambino viene abbandonato dalla madre. L'abbandono (o il mancato riconoscimento del neonato) da parte della madre deve risultare dalla dichiarazione di responsabilità nella domanda telematica;
- se il bambino è affidato esclusivamente al padre (art. 155-bis del CC). Per provarlo, la domanda telematica deve essere accompagnata o dalla decisione del giudice che ordina l'affidamento esclusivo. In alternativa, si può anche allegare una dichiarazione di responsabilità, che deve contenere i dati dell'ordine del giudice e del tribunale;
- se la lavoratrice rinuncia a tutto o parte del congedo di maternità a cui ha diritto in caso di adozione o affidamento di un minore. La rinuncia deve risultare dalla dichiarazione di responsabilità fornita nella domanda telematica.
Il congedo di paternità a cui la madre ha diritto dopo il verificarsi di una delle circostanze di cui sopra (morte, grave menomazione, ecc.) coincide con il congedo di maternità non goduto dalla madre lavoratrice. Se la madre non lavora, il congedo di paternità termina tre mesi dopo la nascita. In caso di parto prematuro con ricovero del neonato, il congedo di paternità può essere rimandato in tutto o in parte a dopo il ritorno a casa del bambino.
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